venerdì 24 gennaio 2014

50 e 50: la mancanza

Dare un valore alla vita non è mai semplice come sembra. La vita effettivamente ha tante, troppe sfaccettature, e dipende da che prospettiva la fai scorrere, dipende in che modalità riesci a renderti conto di quanto sia essenziale, bella, unica, mutevole. 
50 e 50 è la percentuale che oscilla dentro di me, dentro l'oceano di sensazioni che in questi giorni avvolgo e portano spesso altrove i miei pensieri e le mie attenzioni. 
Quando sono stanco, quando mi alzo la mattina dal letto e mi guardo allo specchio, quando lavoro, quando faccio la strada in macchina per andare in qualsiasi posto, quando mi siedo a mangiare, quando guardo la televisione, quando ascolto la musica con le cuffie, quando rido a squarciagola, quando mi rattristo, quando rimango in silenzio e in casa parlano solo foto e cose sparse tra le stanze.... la mia mente mi catapulta verso di lui,...in modo involontario, inesorabile... 
E' un passaggio violento a volte, in altre è sottile e indiscreto, ma sempre costante. 

Mio figlio è come se fosse sempre nei miei occhi. 
50%: riesco a distrarmi. Riesco a lavorare. Riesco a dialogare con la gente. 
50%: penso a N. 


Il valore della vita è legato al proprio figlio. 
Una variabile matematica che sconvolge, anche quando non c'è fisicamente accanto a te. Lui sa renderla imprevedibile. N. è un piccolo angelo, come quelli che ti piombano nella storia scritta apposta per te, una storia che quando meno te lo aspetti cambia direzione... 
Avessi un biografo accanto, dovrebbe faticare a seguire le emozioni che esplodono. Far trascorrere i giorni non è semplice. 
Il lavoro ti occupa con quel 50 la testa, ma è negli stacchi che non lasciarsi andare non è affatto semplice. 

Un genitore DEVE provare queste sensazioni. 
Un padre DEVE capire cosa significa il distacco. 
Ogni padre dovrebbe effettivamente testare la propria esistenza, lo strano ritorno al passato...e quella insostenibile sensazione di vuoto...che cambia, che si attenua, che offre spazi nuovi nonostante tutto, minuti a tratti giganti e a tratti inutili. 

Quando disfi il letto e ti sdrai la notte, sembra grande, più di quanto ricordavi. Girarsi e rigirarsi tra i cuscini freddi crea scompensi. Allora cerchi di immaginare, di addormentarti. 
E' una sorta di lieve abbandono interiore...che non ti uccide, ma ti mantiene vigile e consapevole, una prova a cui l'anima è sottoposta per comprendere quanto la persona possa adattarsi. Perciò il termine corretto ad un certo punto diventa: adattamento. 
Quello che ogni essere vivente attua quando deve sopravvivere in determinate condizioni climatiche, in determinati spazi ostili. Adattarsi alle circostanze e procedere d'istinto. 

Un padre lontano dal proprio figlio si deve adattare. 
Soprattutto quando è un padre innamorato al 100%. 
E allora ecco che quel 50 e 50 quasi collima, si fonde. Aggiungi o dividi il risultato è sempre uno solo. 
La via d'uscita è l'attesa. La stessa attesa che combatte dentro il petto tra sospiri e nodi alla gola. 

Oggi fuori è tornato il sole. Ed io sono felice. 
Non del futuro, non di me stesso da solo, non di qualsiasi elemento preso singolarmente, concetti futili... Sono felice per quel valore semplice, dolce tormento che solo lui riesce ad infondermi.


lunedì 13 gennaio 2014

Un inverno al caldo

I mesi passano. Ma la voglia di scoprire, il desiderio di liberare tutto sè stesso, l'energia infinita accellerano ancora di più del semplice passare del tempo.

N. cresce. Diventa sempre più smart. Sveglio, attivo, intelligente, sorprendente!
Viaggia più di un adulto. Dal mare a casa, da casa verso l'oriente.
Un balzo a piedi uniti per tagliare fuori dicembre e gennaio. Mesi freddi, grigi, dove buio e nebbia impediscono di esprimersi all'aria aperta, alla fine di ogni sonnellino pomeridiano.
Mesi in cui cappellini di lana, sciarpe, giubbini giganti e ingombranti impediscono movimenti e quasi frenano gioie e intenzioni.

Così mio figlio e mia moglie sono partiti l'8 dicembre per l'oriente, a casa dei nonni, e li ci rimarranno fino al 10 febbraio di questo nuovo anno 2014.
Un periodo lungo, rilassante, ricco di quel senso di amore "da nonni" che è indispendabile per ogni bimbo.
Io non li ho più e so cosa significa. Averli accanto vuol dire avere accanto esperienza, pazienza, amore indondizionato.
I miei genitori poi sono spettacolari. Stravedono per N. e lui ne è consapevole. Tant'è che spesso tende anche a marciarci sopra e qualche vizietto quà e là se lo porta dietro.
Ma è inevitabile e bisogna rendersene conto ed accettare anche questo, poichè bontà e vizio sono vocaboli che rendono i nonni, individui dolci, sempre vicini e pieni di attenzioni costanti.

N. stravede per il nonno. Quando la sera il nonno torna dal lavoro, N. smette di giocare immediatamente e corre verso la porta con fare sbalordito, come se avesse visto chissà cosa o come se avesse scoperto chissà quale tesoro. Gli occhi gli si illuminano. Il nonno è arrivato. Nonno cicciottello lo chiama ^_^'
Ridono, giocano con le costruzioni, scrivono sulla lavagna, si inventano giochi... è bellissimo vederli assieme e osservarli così mi infonde un senso di quiete che credo nemmeno io percepissi quando colui che era mio padre non conosceva ancora l'arte di essere nonno.
Ora il padre è anche nonno. Una sorta di opera completa, di perfezionamento indispensabile.
Un padre che non diventa anche nonno, è un padre a metà.

Abbiamo festeggiato tutti quanti il Natale e il Capodanno al caldo.
Cibi leggeri, vino, frutta, verdura, dolci... Un festeggiamento fuori dall'ordinario occidentale.
Di rito comunque spumante e panettone finali. A N. il panettone col cioccolato piace da matti!
Gli piace anche fare cin cin quando lo facciamo anche noi. Del resto è un ometto oramai :) ahahahah

Siamo stati sulla East Coast sull'oceano a farci tanti giri in bicicletta con lui, siamo andati per shopping center e nei play ground a cercar di socializzare con gli altri bimbi cinesi, indiani, europei, ... di ogni provenienza e cultura...
Straordinario veder interagire i bambini tra loro come se nessuno di loro in fin dei conti sia effettivamente consapevole di concetti come nazionalità, razza, lingua, ecc.
E' solo purezza, semplicità,... flusso semplice e unico che a guardarlo da un lato mostra tutta la sua luminosa essenza.
Infatti io mi siedo a debita distanza e ammiro il suo giocare, il suo sapersi mischiare in silenzio nelle situazioni di gioco, senza che la massa si fermi al suo arrivo, senza che il non senso generale venga minimamente intaccato da nessun elemento esterno.

Quello di N. sarà un inverno caldo.
Una mamma essenziale e necessariamente severa al punto giusto e dolce.
Una nonna premurosa e coccolona.
Un nonno giocherellone e instancabile.
Non potrei essere più sereno di così nel sapere che N. sarà con loro per un pò di tempo.

Io invece torno oggi dall'altra parte del mondo.
Il lavoro chiama.
Durissimo salutare il proprio figlio mentre lo si guarda addormentarsi accanto, a luce soffusa, nel silenzio di una stanza tanto accogliente.
Un bacio sulla fronte, un altro ancora...qualche lacrima e un nodo straziante alla gola.
L'importante è che lui stia bene. Che si goda certi momenti più di quanto non possa fare io.
Questione di tempo. Crescendo si impara anche questo.

Un inverno caldo tutto suo.
Poi da metà febbraio ci si organizzerà in qualche modo... giornate più lunghe, meno freddo, l'attesa della primavera....