giovedì 11 settembre 2014

Sentirsi piu grande. Come un grattacielo!

Le parole e le attese.
Di nuove scoperte è fatta la sua giornata. Scoperte legate a nuove azioni, a nuove possibilità, a nuove intenzioni che lo fanno sentire più grande.

N. è più grande quando può fare cose da grande. Quando può lavarsi i denti da solo, quando può fare pipì e pupù finalmente (quasi) da solo e senza più quel fastidioso pannolino.
Può mangiare con il bicchiere dei grandi, con il piatto dei grandi, può mangiare cose che prima non poteva e può concedersi qualche vizietto in più che prima gli veniva negato.
E' diventato più grande da quando capisce meglio i cartoni animati, da quando si ricorda tutti i nomi dei personaggi, da quando ricorda le storie e capisce le "morali", da quando canta la sigla sorridendo, da quando il suo preferito è diventato Chase nei Paw Patrol :)
E' più grande perché adesso sa andare in monopattino come non mai e sa curvare. Da quando gioca con gli altri bambini inventando storie e avventure come il suo eroe Giustino (di Giustin'tempo). Da quando usa i colori sui suoi album da disegno, da quando costruisce le formine con il Didò, da quando ha imparato che se devi costruire una torre "alta alta" devi mettere in basso i pezzi più grossi fino in alto coi pezzi più piccoli...perché così "grattano meglio il cielo".

N. però è anche "ancora piccolo". Quando dice "ma io sono piccolo..." se gli si dice che è grande per fare ancora certe cose :) ahahahahah
Ed ecco che il concetto di grande e di piccolo si mischiano, si fondono, si giocano a seconda delle situazioni più o meno favorevoli. Una sorta di opportunismo che prima o poi esce in ognuno di noi, sin dalla tenera età. Una specie di "autodifesa", di attenuante per liberarsi dalle situazioni sfavorevoli e per uscirne vincitore...come se ci fosse sempre una vittoria.
In un certo senso, questo stato di "vittoria eterna" spero che duri in lui molto tempo, perché non penso ci vorrà molto per capire che nella vita reale non si vince sempre, anzi...

Le vacanze al mare sono passate, aimè.
Ma sono durate quasi un mese. Un mese molto rilassante e molto bello!
Inutile dire che N. si è divertito come un matto con la sabbia. Una sorta di droga alla quale non poteva rinunciare. Se avesse potuto mangiarla, in alcuni frangenti l'avrebbe fatto, talmente gli piaceva sentirsela tra le mani, farla scorrere nella clessidra, modellarla con paletta e secchiello.
Poi quanta acqua...quante onde...il mare era per lui un'infinità di acqua che poteva usare senza preoccuparsi di sprecarla, consapevole che poteva spostarla e riprenderla, buttarla addosso a nonna o mamma, versarsela addosso per rinfrescarsi.... che gusto!
La gioia nei suoi occhi era indescrivibile. L'abbronzatura, la fame, la stanchezza...quanti stati dell'essere e quante emozioni in successione... Tutto meravigliosamente bello.
Un mese di sole e di allontanamento da una quotidianità che spesso corrode dentro.
Per noi una liberazione sentirci in una sorta di nuovo mondo. Per lui....semplicemente un posto più
bello in cui divertirsi sino alla nausea :)
Che meraviglia poi la scoperta del canotto. Navigare io e lui come due avventurieri. Inspiegabile il suo volto nel salire per la prima volta. La fortuna tutta mia di vederlo e di ammirarne le espressioni.
Molto meglio di ogni altra cosa: il viso di un figlio che scopre il mondo.

Peccato che mancava il nonno R. Lui poverino, bloccato in Asia per lavoro.

Ma tra una settimana circa nonno tornerà!!! Evvivaaaaa...
Si spupazzerà il nipotino come non mai.
N. é cambiato tantissimo rispetto all'ultima volta che nonno l'ha visto.
Ora parla meglio, fa tante cose "meglio". Per nonno R. saranno tutte stupende novità.

E poi a breve inizia l'asilo.
Incrociamo le dita che gli piaccia e che non farà storie.

Nella prossima news asilo e nonno R. saranno protagonisti ;)
Rimanete connessi!

venerdì 25 luglio 2014

Monopattino e propulsori!!!!

Ed imparò la parola "propulsori", grazie alla nonna ^_^'
Ora dice propulsori ogni volta che vuole andare più veloce, ogni volta che è in macchina, ogni volta che corre, ogni volta che va con il suo fantastico monopattino blu, che finalmente ha imparato ad usare!
Più veloce della luce! Caschetto e pantaloncini sotto le ginocchia, per sbucciarsi il meno possibile, è via per nuove avventure in nuovi mondi fantastici.

Lui è come Giustino, del cartone animato Giunt'in'tempo.
E' anche come nel cartone animato Paw Patrol, quando sale sul monopattino e sfreccia via, come se fosse un esperto stuntman. Mentre mamma e papà, nonna,... trattengono il fiato e incrociano le dita, sperando che non cada e che non si faccia male. Col senno di poi, in cui si comprende che tenerlo per mano sempre non potrebbe essere che controproducente. Ha bisogno di cadere, di sbucciarsi le ginocchia, di imparare a rialzarsi e a limitare il pianto...finché il pianto diverrà forza, convinzione, miglioramento, sorriso con gli amici.

Da imparare: come ogni cosa, in cui tu genitore, cerchi di dire a tuo figlio: "Dai, usa il monopattino!" 
Lui non lo userà. Stanne certo.
Poi se tu non gli dirai nulla. Un giorno lui lo prenderà in mano, ci salterà sopra e inizierà a giocarci tutti i giorni.
Questa è un'equazione matematica che va sempre imparata e di conseguenza compresa e applicata ad eventi e decisioni future. Ahahahahaha :D

L'estate non è delle migliori quest'anno. Quindi si prende ciò che il clima offre, nei giorni in cui i temporali non fanno capolino e lasciano il tempo di godersi le serate e si gioca tutti assieme.
Sedermi con lui nella stradina di fianco a casa e catapultarmi nel suo mondo, stando al gioco e arricchendo il suo mondo con storie, azioni, cose inventate di sana pianta, è una delle cose che più mi piace fare al termine di una giornata stressante di lavoro. Mi fa sentire più vicino a lui, allontanando leggermente quello strano senso di colpa che spesso coinvolge i genitori che causa lavoro, vedono poco i loro figli.
Quindi in poco tempo, cerco di godermi al massimo il "nostro tempo".
Non ho mai capito quei padri che allontanano i figli, che si fanno dominare da altre preferenze come tv sul divano o giornale a letto, piuttosto che gioco con il proprio figlio.
Comprendo che la stanchezza è sempre pesante, anche in relazione al proprio tipo di lavoro, ma quando si decide di mettere al mondo un figlio bisogna essere consapevoli che certe cose vanno fatte, non solo per loro ma anche e soprattutto per noi, noi come "famiglia", noi come "padre e figlio"... perché poi un giorno, ne sono certo, questi momenti mancheranno da morire. E non basteranno le foto e neppure i video, per placare la nostalgia di quando si faceva o di quando si sarebbe potuto fare di più.

A breve si partirà per il mare!
Sarà una vacanza diversa, lo so. Per lui quest'anno il mare sarà vissuto in maniera diversa.
Quest'anno andremo in un posto con la sabbia, quindi so già che ne farà una pelle tra castelli, formine, piscinetta, secchiello. paletta, ecc. ecc. :)
Arriverà a sera che sarà sfinito e ciò che più conta, come sempre, sarà il fatto che si sentirà sereno e appagato, felice, in pace. Questo stato fisico e mentale è fondamentale per un bimbo. Senza questo stato di tranquillità interiore i bambini crescono e diventano adulti, già segnati, già feriti, già "modificati".
Abbiamo la possibilità di far si che N. sia sereno. Quindi ben venga la fortuna di portalo al mare anche quest'anno, grazie soprattutto al contributo dei nonni! Praticamente da santificare per disponibilità e pazienza!
Non mi stancherò mai di ringraziarli...

Accendiamo i propulsori e partenza!
A fine vacanza, resoconto indispensabile ;)


mercoledì 21 maggio 2014

Crescere a vista d'occhio, crescere fuori e dentro

N. cresce a vista d'occhio.
Prendo la penna e faccio un segno sul muro, lo stesso dove di tanto in tanto vengono annotati i progressi in altezza, mentre lui si appoggia e chiede sorridente se è diventato grande ^_^

Crescere fuori e dentro. Diventare grandi.
Che parola grossa è "grande".

N. cresce non solo in altezza, ma cresce nelle parole, nei gesti, nelle abitudini, nei discorsi che fa da quando si sveglia a quando lo metti nel lettino.
A volte fa certe domande che rimani di sasso. Non comprendi come un bimbo di nemmeno 3 anni possa concepire certi ragionamenti, domande così "da grande", curiosità così fervide e perfette.
Una voce così piccola, eppure una mente così avanti. 
E' proprio vero che dai bambini noi adulti dovremmo imparare molte cose.
Se solo ci ricordassimo come eravamo un tempo..... potremmo cambiare l'esistenza intera.

Poche settimane fa è tornato il nonno R. dall'oriente.
Quanta felicità. Quante emozioni.
Un nonno che piange mentre rivede dopo sei mesi il suo nipotino non ha prezzo. Un istante prezioso come un'opera d'arte inestimabile. Un quadro bellissimo.
Giorni e giorni di passeggiate, sotto il sole, al caldo e al freddo, sotto un cielo azzurro o sotto un cielo nero nero carico di pioggia, al mattino e alla sera. Ogni momento da vivere e assaporare come fosse breve.
Una gioia che si porta dietro aimè sempre un pizzico di malinconia, perché col senno di poi che non ti molla mai, si sa che poi arriva l'ora di ripartire.
Nonno ha azzerato sensazioni negative il più possibile sino all'ultimo weekend. 
Poi altro pianto trattenuto a forza. Nonno è forte. Ma oramai ci sono modalità di apparire che non sono più sufficenti quando davanti a te hai un ometto che ti guarda, che ti parla, che ti dimostra affetto, che ti cerca.

Odio la partenza. Odio ogni volta che i nonni se ne vanno.
Io lo penso e lo vivo molto male. Perché ho un concetto di famiglia difficile da spiegare.
N. penso che non comprenda ancora il termine "distacco" ed è un bene. Per lo meno finché tale sensazione lo lascerà in pace. Poi arriveranno i tempi in cui anche lui imparerà cosa vuol dire essere un pò triste dentro per certe cose. Spero arrivi molto tardi... ma come dicevamo prima, cresce a vista d'occhio.

Stanno per arrivare i momenti in cui non dovrà più mettere il pannolino, in cui imparerà ad usare il monopattino o la biciclettina con le rotelle, in cui si affaccerà ancor di più sul mondo.
Non so cosa percepiranno i suoi occhi. Non so come lo percepiranno.
Per ora amo immaginarlo e vederlo come il "piccolo N."
So che è una concezione che mi tiene legato il più possibile ad un averlo ancora solo per me.
Da settembre, con l'asilo, sono certo che tali stati d'animo varieranno.

E allora attendo.
Nonna L. intanto è fuori con lui al parchetto.
Lo vedo dondolare avanti e indietro, scivolare dallo scivolo, ed imparare a stare con gli altri bimbi è un passaggio dovuto e inevitabile, frutto di un'indipendenza lenta ma indispensabile.

giovedì 20 marzo 2014

Equinozio di primavera e rosso ovunque

Per chi non lo sapesse...nel 2014 l'equinozio di Primavera cade il 20 di marzo, alle 17.57 in Italia
 Per chi non lo sapesse, il mio bimbo percepisce l'arrivo della primavera come fosse un uragano che gli passa dentro e che lo stravolge, rendendolo una sorta di molla impazzita che non sta ferma neppure mentre dorme.
 Del resto lo si capisce presto che l'energia dei bambini è infinita... soprattutto quando iniziano a camminare, e il mio N. di km oramai ne ha percorsi almeno quanto il giro della Terra!

Del resto lo si capisce presto che l'energia dei bambini è infinita... soprattutto quando iniziano a camminare, e il mio N. di km oramai ne ha percorsi almeno quanto il giro della Terra!

 Avanti e indietro da casa a piazza mercato. Prima le palline, quelle sono essenziali, se non le trova sugli alberi non è felice. Se le porta in mano camminando e non le molla, come fosse un trofeo... se poi sono rosse ancora meglio.
Su e giù dai cordoli, su e giù di emozioni e parole e versetti da piccolo pagliaccetto :)
Si diverte spesso a fare il pagliaccetto e per un motivo o per l'altro io e mia moglie a difficoltà riusciamo a trattenere le risate, anche quando dovremmo per forza di cose sgridarlo o redarguirlo. Cari papà, apprenderete presto che rimanere seri è un arte. Rimanere sempre seri con un bambino è una sfida. Quasi sempre vince lui. Ahahahahah....

Ieri era la festa del papà.
Arriverà il giorno in cui lo saprà da solo e forse mi farà gli auguri spontaneamente, ora è troppo piccolino per capire certe cose dei grandi. Io non è che creda e segua molto queste feste per lo più consumistiche, ma quando si è i protagonisti è inevitabile ammettere che un pò fa piacere sentirsi dare un bacio e dolcemente sentirsi dire "auguri papà!".

Oggi invece la Primavera anticipa il suo arrivo. Fa già caldo.
Finalmente la pioggia e il freddo sembrano aver smesso di tediare queste terre e di concedere a tutti noi un pò di vitalità, di rinascita interiore, di tepore. Passeggiare con N. sotto il sole in questi giorni è piacevole. Così come vederlo giocare in maglietta e senza giubbino al parchetto.
N. adora giornate come queste perchè può sfogare liberamente tutto il suo impeto, tutta la sua necessità di sentirsi vivo e giovane, parte di una natura che molto spesso si dimentica di prendersi pause come queste.

Cambia la stagione e si rafforzano sempre di più i gusti e le passioni.
N. afferma spesso che il ROSSO è il suo colore preferito.
Così io faccio il padre che a volte anche involontariamente si ritrova tutto vestito di rosso, occhiali rossi, cuffie per la musica rosse, orecchino rosso.... tant'è che i colleghi in ufficio mi chiedono il perché di tanto rosso ed io con orgoglio e piacere rispondo con la pura verità, che spero qualcuno possa capire e comprendere appieno.
E' una sorta di perfezione donata, di offerta verso la persona che ami, una specie di tributo vivente a chi ti sta accanto e per il quale faresti qualsiasi cosa, persino colorarti la pelle di rosso se potessi.

I pomeriggi sono più impegnati, ora che papà ha trovato un lavoro parallelo a quello che svolge di mattina. Quindi mi dedico di più al futuro, che va in qualche modo rafforzato e ricostruito, e un pò meno a mio figlio. Il cuore piange spesso per questa scelta, ma la consapevolezza di farlo per lui è più grande e quindi si va avanti a testa alta.
Percui si cerca di recuperare il tempo perso lontano da N. al sabato e alla domenica, oppure la sera tra costruzioni, pallone e corse in corridoio o favole davanti ad un libro.
Se la vita vuole questo è ciò che la vita costruisce. Ci saranno tempi migliori, si spera, ma la ciliegina sulla torta è sempre lui, col suo sorriso, con i suoi sorprendenti discorsi e la sua esponenziale abilità di parola, il suo modo di essere sveglio e un passo avanti rispetto a tanti altri bambini che con estrema evidenza mostrano lacune che lui è in grado di colmare con il suo essere "smart".

Chiudo gli occhi e lo vedo sul prato.
Accarezza le margherite.
Chiacchiera da solo di chissà quale argomento e la fantasia lo trattiene in un mondo speciale, che con onore e gioia a volte riesco a percepire.
Lui e il suo rosso.
Lui e la primavera che accoglie.

martedì 11 febbraio 2014

Il ritorno a casa

Domani ritornano mia moglie e mio figlio. 
E' la prima volta che rimango lontano da loro così tanto tempo: 1 mese. Per alcuni può sembrare poco, ma a me sembra un'eternità.
Fare il "single" mi ha dato modo di dedicarmi alle mie cose, a me stesso. Mi ha fatto fare un salto indietro nel passato e mi ha fatto capire alcune cose fondamentali. In primis, che mi manca maledettamente MIO FIGLIO. Che è come l'aria...quando non c'è...sento il bisogno di respirare... E' qualcosa di chimico, di primordiale. Il suo profumo, la sua voce, la sua presenza nei movimenti e nelle espressioni. Il senso di TUTTO è in lui. 
Mi sono mancate tanto le sere tutti assieme, il risveglio la mattina con un saluto con un bacio sulla fronte o con l'immagine di madre e figlio abbracciati sotto le coperte, il ritorno a casa per pranzo con un abbraccio o un sorriso grandi grandi.... 
Mi è mancata anche mia moglie, nonostante sembra che io parli solo di Noah, mi è mancata anche lei dai.... ahahahahah. A parte gli scherzi, farebbe bene a tutte le coppie "allontanarsi" di tanto in tanto... Poi capisci che quello che hai dentro cambia, si rafforza. 
Il senso di gioia che provo nel riabbracciarli è leggermente smorzato e sfumato dal fatto che percepisco nitidamente che dall'altra parte del mondo ci sono due persone che avranno emozioni nettamente contrarie alle mie, due nonni che adorano il loro nipotino e che salutandolo lasceranno andare anche una parte di loro stessi, almeno mezzo cuore.... 
Quindi ora non resta che accettare come sempre questo assurdo, illogico e irreale concetto di lontananza, che sembra oramai caratterizzare le nostre vite da circa 8 anni a questa parte. 
Questo surreale smarrimento legato ad una Casa che non sembra mai la stessa. 
Ai nonni dico tenete duro. Vi vogliamo bene. 
Ai miei due amori dico: vi aspetto! Non vedo l'ora di avervi a Casa.

venerdì 24 gennaio 2014

50 e 50: la mancanza

Dare un valore alla vita non è mai semplice come sembra. La vita effettivamente ha tante, troppe sfaccettature, e dipende da che prospettiva la fai scorrere, dipende in che modalità riesci a renderti conto di quanto sia essenziale, bella, unica, mutevole. 
50 e 50 è la percentuale che oscilla dentro di me, dentro l'oceano di sensazioni che in questi giorni avvolgo e portano spesso altrove i miei pensieri e le mie attenzioni. 
Quando sono stanco, quando mi alzo la mattina dal letto e mi guardo allo specchio, quando lavoro, quando faccio la strada in macchina per andare in qualsiasi posto, quando mi siedo a mangiare, quando guardo la televisione, quando ascolto la musica con le cuffie, quando rido a squarciagola, quando mi rattristo, quando rimango in silenzio e in casa parlano solo foto e cose sparse tra le stanze.... la mia mente mi catapulta verso di lui,...in modo involontario, inesorabile... 
E' un passaggio violento a volte, in altre è sottile e indiscreto, ma sempre costante. 

Mio figlio è come se fosse sempre nei miei occhi. 
50%: riesco a distrarmi. Riesco a lavorare. Riesco a dialogare con la gente. 
50%: penso a N. 


Il valore della vita è legato al proprio figlio. 
Una variabile matematica che sconvolge, anche quando non c'è fisicamente accanto a te. Lui sa renderla imprevedibile. N. è un piccolo angelo, come quelli che ti piombano nella storia scritta apposta per te, una storia che quando meno te lo aspetti cambia direzione... 
Avessi un biografo accanto, dovrebbe faticare a seguire le emozioni che esplodono. Far trascorrere i giorni non è semplice. 
Il lavoro ti occupa con quel 50 la testa, ma è negli stacchi che non lasciarsi andare non è affatto semplice. 

Un genitore DEVE provare queste sensazioni. 
Un padre DEVE capire cosa significa il distacco. 
Ogni padre dovrebbe effettivamente testare la propria esistenza, lo strano ritorno al passato...e quella insostenibile sensazione di vuoto...che cambia, che si attenua, che offre spazi nuovi nonostante tutto, minuti a tratti giganti e a tratti inutili. 

Quando disfi il letto e ti sdrai la notte, sembra grande, più di quanto ricordavi. Girarsi e rigirarsi tra i cuscini freddi crea scompensi. Allora cerchi di immaginare, di addormentarti. 
E' una sorta di lieve abbandono interiore...che non ti uccide, ma ti mantiene vigile e consapevole, una prova a cui l'anima è sottoposta per comprendere quanto la persona possa adattarsi. Perciò il termine corretto ad un certo punto diventa: adattamento. 
Quello che ogni essere vivente attua quando deve sopravvivere in determinate condizioni climatiche, in determinati spazi ostili. Adattarsi alle circostanze e procedere d'istinto. 

Un padre lontano dal proprio figlio si deve adattare. 
Soprattutto quando è un padre innamorato al 100%. 
E allora ecco che quel 50 e 50 quasi collima, si fonde. Aggiungi o dividi il risultato è sempre uno solo. 
La via d'uscita è l'attesa. La stessa attesa che combatte dentro il petto tra sospiri e nodi alla gola. 

Oggi fuori è tornato il sole. Ed io sono felice. 
Non del futuro, non di me stesso da solo, non di qualsiasi elemento preso singolarmente, concetti futili... Sono felice per quel valore semplice, dolce tormento che solo lui riesce ad infondermi.


lunedì 13 gennaio 2014

Un inverno al caldo

I mesi passano. Ma la voglia di scoprire, il desiderio di liberare tutto sè stesso, l'energia infinita accellerano ancora di più del semplice passare del tempo.

N. cresce. Diventa sempre più smart. Sveglio, attivo, intelligente, sorprendente!
Viaggia più di un adulto. Dal mare a casa, da casa verso l'oriente.
Un balzo a piedi uniti per tagliare fuori dicembre e gennaio. Mesi freddi, grigi, dove buio e nebbia impediscono di esprimersi all'aria aperta, alla fine di ogni sonnellino pomeridiano.
Mesi in cui cappellini di lana, sciarpe, giubbini giganti e ingombranti impediscono movimenti e quasi frenano gioie e intenzioni.

Così mio figlio e mia moglie sono partiti l'8 dicembre per l'oriente, a casa dei nonni, e li ci rimarranno fino al 10 febbraio di questo nuovo anno 2014.
Un periodo lungo, rilassante, ricco di quel senso di amore "da nonni" che è indispendabile per ogni bimbo.
Io non li ho più e so cosa significa. Averli accanto vuol dire avere accanto esperienza, pazienza, amore indondizionato.
I miei genitori poi sono spettacolari. Stravedono per N. e lui ne è consapevole. Tant'è che spesso tende anche a marciarci sopra e qualche vizietto quà e là se lo porta dietro.
Ma è inevitabile e bisogna rendersene conto ed accettare anche questo, poichè bontà e vizio sono vocaboli che rendono i nonni, individui dolci, sempre vicini e pieni di attenzioni costanti.

N. stravede per il nonno. Quando la sera il nonno torna dal lavoro, N. smette di giocare immediatamente e corre verso la porta con fare sbalordito, come se avesse visto chissà cosa o come se avesse scoperto chissà quale tesoro. Gli occhi gli si illuminano. Il nonno è arrivato. Nonno cicciottello lo chiama ^_^'
Ridono, giocano con le costruzioni, scrivono sulla lavagna, si inventano giochi... è bellissimo vederli assieme e osservarli così mi infonde un senso di quiete che credo nemmeno io percepissi quando colui che era mio padre non conosceva ancora l'arte di essere nonno.
Ora il padre è anche nonno. Una sorta di opera completa, di perfezionamento indispensabile.
Un padre che non diventa anche nonno, è un padre a metà.

Abbiamo festeggiato tutti quanti il Natale e il Capodanno al caldo.
Cibi leggeri, vino, frutta, verdura, dolci... Un festeggiamento fuori dall'ordinario occidentale.
Di rito comunque spumante e panettone finali. A N. il panettone col cioccolato piace da matti!
Gli piace anche fare cin cin quando lo facciamo anche noi. Del resto è un ometto oramai :) ahahahah

Siamo stati sulla East Coast sull'oceano a farci tanti giri in bicicletta con lui, siamo andati per shopping center e nei play ground a cercar di socializzare con gli altri bimbi cinesi, indiani, europei, ... di ogni provenienza e cultura...
Straordinario veder interagire i bambini tra loro come se nessuno di loro in fin dei conti sia effettivamente consapevole di concetti come nazionalità, razza, lingua, ecc.
E' solo purezza, semplicità,... flusso semplice e unico che a guardarlo da un lato mostra tutta la sua luminosa essenza.
Infatti io mi siedo a debita distanza e ammiro il suo giocare, il suo sapersi mischiare in silenzio nelle situazioni di gioco, senza che la massa si fermi al suo arrivo, senza che il non senso generale venga minimamente intaccato da nessun elemento esterno.

Quello di N. sarà un inverno caldo.
Una mamma essenziale e necessariamente severa al punto giusto e dolce.
Una nonna premurosa e coccolona.
Un nonno giocherellone e instancabile.
Non potrei essere più sereno di così nel sapere che N. sarà con loro per un pò di tempo.

Io invece torno oggi dall'altra parte del mondo.
Il lavoro chiama.
Durissimo salutare il proprio figlio mentre lo si guarda addormentarsi accanto, a luce soffusa, nel silenzio di una stanza tanto accogliente.
Un bacio sulla fronte, un altro ancora...qualche lacrima e un nodo straziante alla gola.
L'importante è che lui stia bene. Che si goda certi momenti più di quanto non possa fare io.
Questione di tempo. Crescendo si impara anche questo.

Un inverno caldo tutto suo.
Poi da metà febbraio ci si organizzerà in qualche modo... giornate più lunghe, meno freddo, l'attesa della primavera....