mercoledì 21 maggio 2014

Crescere a vista d'occhio, crescere fuori e dentro

N. cresce a vista d'occhio.
Prendo la penna e faccio un segno sul muro, lo stesso dove di tanto in tanto vengono annotati i progressi in altezza, mentre lui si appoggia e chiede sorridente se è diventato grande ^_^

Crescere fuori e dentro. Diventare grandi.
Che parola grossa è "grande".

N. cresce non solo in altezza, ma cresce nelle parole, nei gesti, nelle abitudini, nei discorsi che fa da quando si sveglia a quando lo metti nel lettino.
A volte fa certe domande che rimani di sasso. Non comprendi come un bimbo di nemmeno 3 anni possa concepire certi ragionamenti, domande così "da grande", curiosità così fervide e perfette.
Una voce così piccola, eppure una mente così avanti. 
E' proprio vero che dai bambini noi adulti dovremmo imparare molte cose.
Se solo ci ricordassimo come eravamo un tempo..... potremmo cambiare l'esistenza intera.

Poche settimane fa è tornato il nonno R. dall'oriente.
Quanta felicità. Quante emozioni.
Un nonno che piange mentre rivede dopo sei mesi il suo nipotino non ha prezzo. Un istante prezioso come un'opera d'arte inestimabile. Un quadro bellissimo.
Giorni e giorni di passeggiate, sotto il sole, al caldo e al freddo, sotto un cielo azzurro o sotto un cielo nero nero carico di pioggia, al mattino e alla sera. Ogni momento da vivere e assaporare come fosse breve.
Una gioia che si porta dietro aimè sempre un pizzico di malinconia, perché col senno di poi che non ti molla mai, si sa che poi arriva l'ora di ripartire.
Nonno ha azzerato sensazioni negative il più possibile sino all'ultimo weekend. 
Poi altro pianto trattenuto a forza. Nonno è forte. Ma oramai ci sono modalità di apparire che non sono più sufficenti quando davanti a te hai un ometto che ti guarda, che ti parla, che ti dimostra affetto, che ti cerca.

Odio la partenza. Odio ogni volta che i nonni se ne vanno.
Io lo penso e lo vivo molto male. Perché ho un concetto di famiglia difficile da spiegare.
N. penso che non comprenda ancora il termine "distacco" ed è un bene. Per lo meno finché tale sensazione lo lascerà in pace. Poi arriveranno i tempi in cui anche lui imparerà cosa vuol dire essere un pò triste dentro per certe cose. Spero arrivi molto tardi... ma come dicevamo prima, cresce a vista d'occhio.

Stanno per arrivare i momenti in cui non dovrà più mettere il pannolino, in cui imparerà ad usare il monopattino o la biciclettina con le rotelle, in cui si affaccerà ancor di più sul mondo.
Non so cosa percepiranno i suoi occhi. Non so come lo percepiranno.
Per ora amo immaginarlo e vederlo come il "piccolo N."
So che è una concezione che mi tiene legato il più possibile ad un averlo ancora solo per me.
Da settembre, con l'asilo, sono certo che tali stati d'animo varieranno.

E allora attendo.
Nonna L. intanto è fuori con lui al parchetto.
Lo vedo dondolare avanti e indietro, scivolare dallo scivolo, ed imparare a stare con gli altri bimbi è un passaggio dovuto e inevitabile, frutto di un'indipendenza lenta ma indispensabile.

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