Iniziare l'asilo, per un bimbo di 3 anni, è un pò come scoprire di essere un supereroe e indossare mantello e maschera per sentirsi più forte, quando un nuovo mondo ti si presenta davanti.
N. a Settembre ha affrontato il suo nuovo Presente.
Un giorno alla volta, un passo piccolo ad ogni cambio di numero sul calendario, un soffio verso una crescita sempre più repentina, sempre più decisa e ricca di vite differenti, di confronti più diretti e intensi, di apprendimento.
Con l'asilo ci si sente "grandi".
Grandi quando ti dicono che sei troppo piccolo per fare una certa cosa o per mangiare un certo piatto o per bere una certa bibita. Grandi quando ti concedono nuovi compiti o quando alzi il dito al cielo e dici che "ora io sono un supereroe...io sono Batman!" :)
Con l'asilo ci si sente aimè anche "piccoli".
Piccoli per necessità, quando non si vuole andare e non ci si vuole svegliare presto la mattina, piccoli quando non vuoi lasciare le braccia della mamma e piangi mentre la maestra ti porta in classe con i compagnetti, piccoli quando ti rendi conto che la vita non è solo tra le quattro mura chiamate "famiglia" ma è anche quella che c'è al di là di certi confini che mutano inevitabilmente con lo scorrere dei cambiamenti radicali.
N. ci ha messo qualche settimana per capire che piangere non lo allontanava da quell'edificio, tra le parole convincenti di mamma e papà e le stimolanti prospettive di una giornata più varia, più giocosa, grazie all'interagire con bimbi della sua stessa età, con i suoi stessi interessi, con la sua stessa straordinaria e irrefrenabile voglia e bisogna di sfogarsi, di correre, di parlare, di ridere, di muoversi.
Con l'asilo scopri presto che tuo figlio si atteggia da supereroe, ma che non è realmente un supereroe, dal momento che una settimana si e una no ha la febbre, la tosse, il raffreddore, ecc ecc. e più ne ha più ne metta!
Aimè....amara realtà... Ma farsi gli anticorpi è necessario e l'asilo è una palestra ottima. Anche se è dura badare ad un bimbo con la febbre tutto il giorno, anche se è triste vederlo mezzo distrutto sul divano o con il naso che cola o la tosse che non cessa.
Ma l'anima del supereroe esce proprio quando meno te lo aspetti.
I bambini hanno un'energia infinita. Una riserva interiore che anche con 39° di febbre, gli permette di saltellare quà e là per il soggiorno, di scherzare e correre per il corridoio.
Una vitalità che io adoro. La stessa che mi manca da morire quando si placa. La stessa che rende la casa vuota e silenziosa quando N. è all'asilo.
Ci si deve così abituare alla sua assenza.
Dalle 9 del mattino fino alle 16.00 del pomeriggio lui è nel mondo. Tra la gente. Non con noi.
Quindi ti coglie quel senso di malinconia, quando tornando per pranzo dall'ufficio lui non è al tavolo con te, o quando vorresti aprire la porta e dagli un bacio e lui in quel momento probabilmente sta interagendo con altre persone e sta costruendo il suo futuro.
Ma è la sera, quando torno dal lavoro, che apro la porta,...e allora lo vedo che mi corre incontro, mi stringe forte e mi chiama papà, in quel modo intenso e dolce che solo lui potrebbe fare....
Arriva da me, con la maschera da supereroe, con il mantello che è un bavaglino blu, con il suo razzo dello space shuttle,... arriva volando... arriva con i suo propulsori...
N. è il mio supereroe!
N. è il mio piccolo Batman ;)