domenica 11 dicembre 2011

Il primo distacco

Prima di tutto il pianto. Lento e inconsolabile, liberatorio temporaneo pianto...
Poi tutto il resto. Mille pensieri, ricordi che si affollano e si sovrappongono, profumi di mio figlio N. ovunque. Quasi una lieve tortura alla quale é difficile dare un significato e una spiegazione logica.

Ho appena accompagnato mia moglie M. e mio figlio in aereoporto a Milano. Devo essere sincero, non pensavo fosse così dura.
Sono partiti per l'oriente a trovare i nonni L. e R. ( mia madre e mio padre ) e passeremo assieme le feste lontani. Uso il plurale perché io li raggiungerò il 22 dicembre quando sarò a casa dal lavoro e il mio uffici chiuderà.
Ho preferito farli partire prima, sia per un discorso di comodità sia per un discorso di ambientazione soprattutto del piccolo, che passa dal freddo al caldo ( circa 30 ° ).
La scelta é stata pesante, ma prima di tutto viene il bene di mio figlio. Poi tutto il resto... é così che si impara a capire dopo 9 mesi ^_^

E' stato un vuoto al cuore fare il check-in, accompagnarli fino alla dogana,... un tuffo al cuore guardarlo negli occhi, così belli, così puri..così splendidamente innocenti... Dargli mille baci, come se nemmeno l'ultimo bastasse... stringerlo tra le mie braccia come se non fosse mai abbastanza, sussurrargli piccole parole come "mi raccomando fai il bravo..." "ricorda che papà ti vuole bene..." ecc ecc.... parole strozzate in gola, tanto piccole quanto gigantesche ora che le rammento e che le scrivo.
Si perché ti prende come una sorta di loop mentale, in cui non capisci quasi più nulla e vorresti solo trovarti in un'altra situazione, magari chiudere gli occhi e svegliarti mentre sei nel lettone con lui o mentre lo porti a spasso nel passeggino per le vie del paese e gli parli....

Le parole di mia madre: "Now you know..." le comprendo solo ora. Non le comprendevo prima perché era impossibile.
Ora le comprendo appieno... e moltiplicato dentro percepisco anche il suo dolore di tutte le volte in cui piangeva vedendomi partire.
Avevi ragione mamma. E' un dolore assurdo. Una mancanza inspiegabile se non la si vive.
Certo, non é nulle di grave, anche perché tra 10 giorni lo rivedrò N., ma ho imparato dalla vita che le cose tristi non si possono mai paragonare, poiché ognuno vive determinate esperienze più o meno brutte, più o meno gravi...

Casa sembra vuota. La seggiolina sulla quale si dondola ogni mezzogiorno quando lavo i piatti e lui sorride mentre canto. La palestrina dove sdraiato gioca con i suoi ninnoli colorati. La culla nella quale la notte dorme accanto al nostro lettone. Il fasciatoio dove lo cambiamo e lo laviamo tutti i giorni. E tanti altri minuscoli particolari di vita quotidiana che percepisco come spilli nella mente che faccio molta fatica ad ignorare o a osservare con solamente sorrisi... Magari fosse così.

Sono le 12.50
L'aereo molto probabilmente sarà già decollato.
Non so se scriverò altro da qui al 22 dicembre. Anche percheé rischierei di essere pesante o monotematico.
Di sicuro chi é genitore mi capirà, lo so.
Un'amica mi ha detto "non ti nascondo che il primo giorno sarà molto pesante". Io vorrei dirle che spero che sia solamente il primo...





Ricordatevi papà che mi leggete, che un figlio é tutto nella propria esistenza e che non bisogna dare mai nulla per scontato, nemmeno gli attimi che lui stesso vi chiede quando piange o quando vi fissa con gli occhi speranzoso che giochiate un pò con lui. Ogni minuto é oro, ogni sacrificio, anche se tornate dal lavoro e siete stanchi é un punto di appoggio che vostro figlio ha nel mondo, anche se gli fate un sorriso prima che si addormenta, anche se gli tenete la manina quando si é addormentato.
Non dimenticatevi mai queste cose. Siate papà sempre, non solo quando va tutto bene.

Ora mangio qualcosa e poi mi vedo qualche partita di calcio...così occupo la mente.
A presto!

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